Caso Vieri...le verità di Calciopoli

E non solo.....

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  1. CHRISALSER9S²™
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    E non finisce qui...


    Dichiarazioni forti, clamorose, per usare degli eufemismi. Christian Vieri, al secolo “Bobone”, ex giocatore dell’ I
    nter, dalle aule del tribunale dove ha vinto la causa contro la sua ex squadra, rea di spiarlo di nascosto, ha dichiarato che i giocatori dell’Inter firmarono una clausola che imponeva loro di non rivelare un presunto piano Moratti-Telecom, che prevedeva l’eliminazione delle squadre più forti dalla serie A, con l’unico scopo di favorire l’Inter per la vittoria dello Scudetto e per aprire un ciclo di vittorie. Queste le parole dell’ex centravanti, il quale ha militato anche tra le fila bianconere :

    “Sono pronto a far vedere il documento, tutti sapevano, sono stato ingannato perchè spiato telefonicamente, non mi riesco a tenere dentro queste cose. Il 70% del contratto veniva pagato dall’Inter, mentre il rimanente 30% da Telecom, azienda per la quale mi fecero fare da testimonial per una campagna pubblicitaria. Il tutto allo scopo di pagare meno tasse. Di questa questione ne ho parlato unicamente con il signor Ghelfi dell’Inter, concordando il tutto con lui, mi dispiaceva per la Juventus perchè ho affetti con loro, lo stesso per il Milan, ma credevo di fare del bene al mio presidente che come doppie personalità ne ha da vendere“.
    Parole che potrebbero riscrivere la storia recente del nostro calcio, potrebbero riscrivere quell’orribile pagina, alias Farsopoli, cha ha intaccato il nome prestigioso della squadra più amata e più forte d’ Italia. Ora “la palla” passa alla tanto contoversa giustizia sportiva e al PM Stefano Palazzi. L’avvocato di Bobo, Danilo Buongiorno, infatti, sostiene che queste nuove dichiarazioni rilasciate dall’ex-giocatore potrebbero portare anche alla riapertura del processo disciplinare.

    Se così dovesse essere, l’Inter ed il suo presidente Massimo Moratti rischierebbero davvero grosso! Vieri, dal canto suo, è certo di queste pesanti dichiarazioni e sostiene di essere in possesso di prove che confermerebbero tutto quello da lui detto.




    Come volevasi dimostrare. Questa si che è onestà :vomito: :vomito:



    Edited by CHRISALSER9S²™ - 5/9/2012, 18:42
     
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  2. CHRISALSER9S²™
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    E adesso si capisce di più Calciopoli…


    Se non si collega la sentenza-Vieri, questa intervista a Tavaroli e l’intiero paesaggio in cui si è sviluppato Calciopoli, vuol dire che si è in malafede. Invito dunque i lettori a verificare quanti (oltre al sottoscritto negli anni…) tra i media e i “mediani” dei media riporteranno le dichiarazioni di Tavaroli ma creando il nesso logico con lo scandalo che ha decapitato Moggi. E a proposito, del suicidio di Bove come mai nessuno parla più? Cliccate sul cognome… e soprattutto collegate, collegate, forse qualcosa si capirà.

    (o.b.)
    TAVAROLI (EX CAPO SECURITY TELECOM) VUOTA IL SACCO – “DI CONTROLLARE VIERI ME LO CHIESE MORATTI DI PERSONA, NON AL TELEFONO. LE OPERAZIONI POI SONO STATE FATTE DALL’AGENZIA DI CIPRIANI – FURONO SICURAMENTE COMMESSI DEGLI ABUSI SUL TRAFFICO TELEFONICO DI VIERI – ABBIAMO SPIATO ANCHE ALTRI GIOCATORI DELL’INTER E MOGGI – FURONO SVOLTE ATTIVITA’ ILLECITE”…
    Dagospia.com

    “Di controllare Vieri me lo chiese Moratti di persona, non al telefono. Le operazioni poi sono state fatte da un fornitore, la famosa agenzia di Cipriani. Sono due episodi, 2001 e 2003. Il primo riguardava l’Inter, la verifica del rispetto contrattuale dei comportamenti di certi giocatori, non solo Vieri. Il secondo invece riguardava la Pirelli perchè Vieri doveva fare il testimonial. In questo caso abbiamo controllato il suo traffico telefonico”.

    Così Giuliano Tavaroli, ex capo della security Telecom, a La Zanzara su Radio24. “Abbiamo controllato anche altri giocatori dell’Inter – racconta Tavaroli – ma non hanno fatto causa. Vai a sapere perché. Forse non hanno accusato inquietudine e ansia come Vieri. Moratti lo incontrai di persona. C’era un regolamento di squadra sulla vita dell’atleta che andava rispettato, il problema era il rispetto di questo regolamento. Furono sicuramente commessi degli abusi sul traffico telefonico di Vieri”.

    Avete controllato anche Luciano Moggi, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo?: “Su Moggi non esisteva un dossier, ma ci fu la richiesta di verificare alcune informazioni date all’Inter da un arbitro su presunti comportamenti di Moggi. Moratti mi disse: abbiamo ricevuto queste informazioni, vogliamo vedere se sono credibili. Parte degli accertamenti vennero svolti con attività illecite. Giraudo invece non venne controllato”.




    Fonte: Olivierobeha.it
     
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  3. CHRISALSER9S²™
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    Una delle principali accuse che i tifosi delle altre squadre muovono ai tifosi bianconeri è che questi ultimi hanno la tendenza a sentirsi “soli contro tutti”, tendenza ancora più accentuata dalla presidenza di Andrea Agnelli.
    Chi ha ragione? Proviamo ad esaminare cosa è stato il mondo del calcio neg
    li ultimi venti anni.
    La presenza nel calcio di banchieri come Geronzi e imprenditori discutibili come Tanzi e Cragnotti hanno spinto le loro società calcistiche e le loro rivali di quegli anni, milanesi in primis, sull’orlo del baratro. L’utilizzo spregiudicato delle famigerate plusvalenze fittizie attraverso scambi di giocatori semi-sconosciuti con valori miliardari hanno indebitato le squadre all’inverosimile e soltanto grazie all’intervento del governo e al decreto spalma-debiti(permetteva di distribuire le perdite su più esercizi) queste squadre hanno potuto iscriversi ai campionati. Il decreto spalma-debiti venne poi cancellato dopo che la comunità europea lo giudicò contrario ai principi di concorrenza soprattutto nei confronti delle altre squadre d’Europa che in quegli anni vedevano le italiane portare sempre tre, quattro squadre nelle finali delle coppe. A quel punto queste società indebitate ricorsero ad altre fantasie contabili come la vendita del marchio a se stessi o l’utilizzo di fideiussioni fasulle per potersi iscrivere ai campionati. Qualcuna di queste ha pagato per questi comportamenti? Mai!
    Giraudo, la cui gestione societaria accurata ha fatto sì che la Juventus mai avesse avuto bisogno di simili giochetti, resosi conto che le sue rivali non avevano proprio dei comportamenti cristallini denunciò il famoso “doping finanziario e amministrativo”. Risultato? Sette anni di processo a lui e al dottor Agricola per doping, quello vero! Il tutto iniziato con la famosa denuncia di Zeman: “il calcio deve uscire dalle farmacie” che solo il procuratore di Torino Guarinello raccolse. Il processo finì con l’assoluzione in cassazione per somministrazione di sostanze dopanti mentre l’utilizzo off-label di sostanze lecite avrebbe dovuto essere provato con un nuovo processo ma ormai erano scattati i termini di prescrizione. Quest’ultima frase permette ancora oggi ai detrattori dei bianconeri di insinuare dubbi sulle vittorie di quegli anni…
    Sempre in quegli anni scoppiò un altro scandalo, quello dei passaporti fasulli. In pratica alcune società, per poter tesserare calciatori extra comunitari oltre il limite stabilito dai regolamenti erano solite utilizzare delle scorciatoie per poter scovare improbabili parentele nei più disparati paesini della nostra penisola in modo da far ottenere ai propri tesserati il tanto agognato status di “comunitario”. Il più clamoroso di questi casi fu il caso Recoba che costrinse il dirigente nerazzurro Oriali a patteggiare 6 mesi di carcere. Nonostante il tesseramento irregolare sia un palese illecito sportivo, che dovrebbe prevedere pene pesantissime, l’Inter se la cavò con una semplice ammenda economica.
    Altro scandalo che coinvolse le due società milanesi fu “bilanciopoli” sul quale indagò il pm di Milano Nocerino che puntò gli occhi proprio su quelle famose vendite del marchio a se stessi che permisero a Milan e Inter di presentare dei bilanci sani, requisito essenziale per potersi iscrivere al campionato. Dal punto di vista penale il caso venne archiviato in quanto il falso in bilancio era stato depenallizzato dal governo mentre nel procedimento sportivo le società patteggiarono con l’articolo 23 un’ammenda pecuniaria.
    Come si può notare erano anni in cui nel calcio il concetto di moralità era molto aleatorio, in pratica ognuno faceva quel che voleva. Questo fino al 2006 quando alcune intercettazioni riguardanti il direttore generale della Juventus Moggi e i due designatori Bergamo e Pairetto scatenarono la reazione di tutti i media e delle istituzioni. “ La Juventus ruba!”, questo era il motto più ascoltato nei bar e, sfortunatamente, anche nelle aule processuali. Il risultato fu che la Juve venne privata di due scudetti e sbattuta in serie B con penalizzazione (la più pesante sanzione mai comminata ad una società nella storia del calcio mondiale) mentre le telefonate di altre squadre coinvolte nell’inchiesta (Milan, Lazio e Fiorentina) vennero ritenute meno gravi.
    La società che maggiormente beneficiò dello scandalo fu l’Inter perché, si diceva, non telefonava a nessuno. Per questo comportamento onesto e limpido i nerazzurri vennero “omaggiati” dall’ex dirigente Guido Rossi, diventato commissario straordinario della FIGC, con lo scudetto del 2006. Peccato che negli anni successivi il collegio difensivo di Luciano Moggi scovò diverse telefonate poco convenienti tra i designatori e l’allora presidente interista. In aggiunta l’ex arbitrò Nucini, sotto giuramento, dichiarò in tribunale a Napoli di aver ricevuto delle offerte di lavoro proprio dall’Inter in cambio di un ruolo da “talpa” all’interno del mondo arbitrale. Questi ultimi accadimenti hanno portato il procuratore federale Palazzi a scrivere una relazione in cui accusa l’Inter di aver violato gli articoli 1 e 6 del codice di giustizia sportiva. Ma ancora una volta l’Inter si salva grazie alla prescrizione mentre lo scudetto del 2006, assegnatogli proprio per motivi etici, non può essergli revocato per una presunta incompetenza della federazione.
    Arrivando ai giorni nostri si scopre che, sempre l’Inter, si è resa protagonista di pedinamenti e controlli sul traffico telefonico nei confronti di propri ex tesserati, arbitri, la Juventus e la Gea, un comportamento gravissimo che, perlomeno, ha infranto l’articolo 1 del cgs, quello riguardante la lealtà sportiva. Ma anche su questo è ormai sopraggiunta la prescrizione.
    Scoppia l’ennesimo scandalo (ma non era tutto pulito ora?) il calcio-scommesse. Vengono coinvolti molti tesserati, alcuni rei confessi di aver taroccato partite in complicità con organizzazioni criminali in cambio di denaro…… ma il vero personaggio che riempie pagine di giornali e ore di trasmissioni è Antonio Conte, colpevole di omessa denuncia secondo il concetto del “non poteva non sapere”. Lo stesso concetto che salvò il Milan in calciopoli (Galliani non sapeva quello che faceva Meani) e l'Inter nei pedinamenti (Moratti non sapeva quello che faceva Facchetti) non vale per i tesserati della Juve. Nell’inchiesta vengono coinvolti altri tesserati di società di serie A ma per esaminare i loro casi la procura federale prende tempo anche perché pare più urgente deferire nuovamente Conte per le accuse pesanti che sono state pronunciate in conferenza stampa dal tecnico juventino…
    Concludendo : io non lo so se gli Juventini facciano bene a sentirsi delle vittime ma, se guardiamo il comportamento tenuto dalla giustizia sportiva negli anni, pare evidente perlomeno una disparità di trattamento. Le magagne degli altri vengono minimizzate mentre quelle bianconere trovano alta risonanza, prima negli organi di informazione poi in quelli inquirenti.
    “Parità di trattamento” è quello che ha sempre chiesto la Juventus nelle parole del suo presidente Andrea Agnelli!
    Accadrà mai ???



    Il signor Petrucci ringrazia diverse squadre per le manovre economiche in società nell'intento di abbassare il tetto ingaggi:
    "Gli ingaggi in serie A sono ancora molto alti, ma diverse società stanno sistemando le cose: faccio i complimenti a Lazio, Napoli e Udinese. Complimenti anche al Milan e all'Inter, alla fine i risultati si vedranno". Ed è qui che sorgono due domande....
    La Juve??? Non va r
    ingraziata?? Ricordiamo che i bianconeri questo processo di ridimensionamento lo iniziò più di 2 anni fa. Le cessioni di Camoranesi, Trezeguet, ecc nessuno le ricorda? La nuova politica moderna, al passo delle maggiori squadre d'Europa con il nuovo stadio, nessuno ne parla?? Si che siamo abituati, però è pazzesco...
    La seconda domanda... La Roma? Nemmeno la sua amata Roma va ringraziata?? Com'è, ora che Zeman ha sputtanato il Palazzo del calcio italiano definendo nemico del calcio Abete cambia le carte in regola?
    Caro Petrucci ma non era lei stesso che diceva "Zeman dice le cose che tutti pensiamo", magicamente non è più cosi?
    Ormai siete davvero patetici, ridicoli e soli. Si, soli perché, indipendentemente dall'odio che provate verso la Juve, anche vostri "amici" oggi vi parlano contro. Siete alla fine... Come a volte invitate presidenti (Agnelli), calciatori (Buffon) a rimanere zitti, in questi casi, è meglio che tacete anche voi , avvoltoi, parassiti del calcio italiano.

     
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    ESCLUSIVA TJ - Massimo De Santis: "Le intercettazioni dell'Inter? Era chiaro che ci fosse qualcosa di anomalo. Altre squadre stranamente non punite"



    Massimo De Santis commenta le dichiarazioni dell'investigatore privato Emanuele Cipriani che parla di come nel 2002 e nel 2003 l'Inter avesse commissionato indagini illegali su di lui, oltre che su Moggi, Giraudo, la GEA e il presidente della Reggina Foti. In esclusiva per TuttoJuve.



    Massimo De Santis, l’investigatore Cipriani ha dichiarato sotto giuramento che l’Inter nel 2002 e nel 2003 aveva commissionato indagini illegali su Moggi, Giraudo, la GEA, Foti e Lei.


    “L’unico commento che posso fare è che queste dichiarazioni confermano che le indagini dell’Inter erano né più né meno le indagini di Calciopoli. Per cui ecco il discorso che ho sempre fatto sia io che il mio avvocato Gallinelli che la genesi è quella e nessuno si mai soffermato a pensare perché siamo noi gli unicio intercettati e non altri soggetti. Poi sono entrate in ballo altre società. Il cardine eravamo io, Moggi, Giraudo e la GEA”.



    Perché si è deciso di colpire solo voi?


    “Parlo per me e dico che sicuramente c’erano invidie interne. C’era Nucini che andava a vendere notizie false e tendenziose a una società che non riusciva a vincere e doveva giustificarsi in qualche modo”.



    Insomma, lo scenario non sembra del tutto chiaro


    “Io ho una causa in corso contro l’Inter e mi pare chiaro che ci sia un qualcosa di anomalo in quello che è accaduto, ma è chiarissimo che le indagini su di me siano state fatte per conto dell’Inter, commissionate direttamente da Moratti e dell’Inter. Ribadisco: è anomalo a fronte di altre intercettazioni che gli inquirenti non estendessero le indagini a tutto il resto, agli altri soggetti e alle altre società. D’altra parte l’obiettivo erano Moggi, De Santis e la GEA a e tutti i passaggi ripercorsi dalle analisi dei dossier Telecom Pirelli riconducono a questo filo conduttore. È palese che tutto sia nato dall’Inter e si fa di tutto per chiudere gli occhi e non voler capire ciò, perché è evidente”.



    Perché l’Inter si è accanita su di Lei?


    “Il problema è questo: io sono condannato per nessuna partita della Juve, cosa anomala. E comunque tutte le intercettazioni in cui l’Inter ne usciva colpevole, così come altre società non sono state trattate dagli inquirenti. Ci fosse stato un processo sportivo adeguato, se la procura di Napoli avesse aperto a tutti le intercettazioni avremmo oggi uno scenario completamente diverso, la storia è stata stravolta totalmente. Su i me è stato cucito un vestito addosso che non era il mio. Tutto andava contro, guarda caso: leggiamo la sentenzia della Casoria e si vede che io non ci sono mai in telefonate dirette, mai. Un po’ singolare come cosa. Non c’è stata una giustizia equa, è stata fatta una cosa di gravità abnorme”.



    Inutile dire che non è sorpreso dalle affermazioni di Cipriani


    “Ma no, sono cose scoperte nel 2006 all’indomani di Calciopoli e l’unica novità è la GEA, anche se qualcosa era già uscito. La cosa anomala è che a fronte di queste carte la FIGC non ebbe a proseguire un procedimento”.



    L'Inter fra il 2002 e il 2003 aveva commissionato indagini illegali su Luciano Moggi e Antonio Giraudo, allora massimi dirigenti della Juventus, su Massimo De San
    tis, allora arbitro internazionale, e anche sulla Gea World, la società dell’agente Alessandro Moggi, e – novità - sull’allora presidente della Reggina, Pasquale Foti. Lo ha dichiarato ieri mattina, sotto giuramento, l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani, che quelle indagini ha coordinato personalmente e ora si trova imputato a Milano nel processo Telecom per la vicenda dei dossier illegali. La novità è l’aggiunta della Gea e di Foti nel carnet degli spiati, la definizione di dettagli tecnici relativi ad alcune di queste indagini che si sono spinte fino agli appostamenti sotto casa e ai controllo dei conti bancari dei famigliari.
    Resta, quindi, solo il gusto di scoprire cosa succedeva prima di Calciopoli. O, come sostiene l’avvocato Paolo Gallinelli (legale di De Santis ) «le radici stesse di Calciopoli». Perché le indagini illegali condotte dalla “Polis d’Istinto”, la società di Cipriani, ricalcano in modo singolare quelle che, due anni dopo, hanno portato all’inchiesta di Napoli e al relativo processo. «È come se qui si fossero riciclate non solo teorie accusatorie, ma anche meccanismi investigativi e prove», spiega Gallinelli. In questo senso, sembra quasi un colpo di scena da spystory la scoperta, di qualche mese fa, che uno dei computer di Giuliano Tavaroli (l’ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom il deus ex machina dell’attività di dossieraggio della Telecom al centro dell’omonimo processo) fu ispezionato, nel 2005, proprio dal nucleo operativo dei Carabinieri di via Inselci a Roma, lo stesso nucleo che si occupava delle indagini di Calciopoli e che, apparentemente, non aveva ragioni per ispezionare quel pc. «Insomma, mi sembra chiaro che l’inchiesta di Calciopoli è nata prima del 2004, quando ufficialmente fu aperta da Narducci . E certamente non è nata in modo legale», chiosa Gallinelli.
    Ieri in aula c’era anche Luciano Moggi , spinto a Milano dalla curiosità di sentire come e in che modo veniva spiato. Ne è uscito contrariato: «È pazzesco, spiavano me e la mia famiglia. Ci controllavano i telefoni, pedinavano persone. Calciopoli è nata a Milano, ispirata dall’Inter. Tenevano tutti sotto controllo», commenta al telefono l’ex dg della Juventus, che avanzerà una richiesta di danni all’Inter, esattamente come hanno fatto Vieri (che ha ottenuto un milione) e De Santis che discuterà il prossimo 24 ottobre. E il «controllo» che irrita Moggi, era piuttosto fitto. Cipriani ha infatti spiegato in aula che Tavaroli e i suoi committenti «pretendevano aggiornamenti settimanali, durante i quali venivano incrociati i dati in mio possesso con i dati telefonici che penso venissero direttamente da Telecom». I dossier, quindi, venivano costruiti con le indagini svolte da Cipriani che, per tutto quello che riguardava i traffici telefonici, sfruttava la compagnia telefonica di Tronchetti Provera.

     
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    «Così l’Inter spiava la Juve». Cipriani, rivelazioni choc



    TORINO - L'Inter fra il 2002 e il 2003 aveva commissionato indagini illegali su Luciano Moggi e Antonio Giraudo, allora massimi dirigenti della Juventus, su Massimo De Santis, allora arbitro internazionale, e anche sulla Gea World, la società dell’agente Alessandro Moggi, e – novità - sull’allora presidente della Reggina, Pasquale Foti. Lo ha dichiarato ieri mattina, sotto giuramento, l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani, che quelle indagini ha coordinato personalmente e ora si trova imputato a Milano nel processo Telecom per la vicenda dei dossier illegali. La novità è l’aggiunta della Gea e di Foti nel carnet degli spiati, la definizione di dettagli tecnici relativi ad alcune di queste indagini che si sono spinte fino agli appostamenti sotto casa e ai controllo dei conti bancari dei famigliari.

    LE RADICI - Resta, quindi, solo il gusto di scoprire cosa succedeva prima di Calciopoli. O, come sostiene l’avvocato Paolo Gallinelli (legale di De Santis ) «le radici stesse di Calciopoli». Perché le indagini illegali condotte dalla “Polis d’Istinto”, la società di Cipriani, ricalcano in modo singolare quelle che, due anni dopo, hanno portato all’inchiesta di Napoli e al relativo processo. «È come se qui si fossero riciclate non solo teorie accusatorie, ma anche meccanismi investigativi e prove», spiega Gallinelli. In questo senso, sembra quasi un colpo di scena da spystory la scoperta, di qualche mese fa, che uno dei computer di Giuliano Tavaroli (l’ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom il deus ex machina dell’attività di dossieraggio della Telecom al centro dell’omonimo processo) fu ispezionato, nel 2005, proprio dal nucleo operativo dei Carabinieri di via Inselci a Roma, lo stesso nucleo che si occupava delle indagini di Calciopoli e che, apparentemente, non aveva ragioni per ispezionare quel pc. «Insomma, mi sembra chiaro che l’inchiesta di Calciopoli è nata prima del 2004, quando ufficialmente fu aperta da Narducci . E certamente non è nata in modo legale», chiosa Gallinelli.

    SETTIMANALI - Ieri in aula c’era anche Luciano Moggi , spinto a Milano dalla curiosità di sentire come e in che modo veniva spiato. Ne è uscito contrariato: «È pazzesco, spiavano me e la mia famiglia. Ci controllavano i telefoni, pedinavano persone. Calciopoli è nata a Milano, ispirata dall’Inter. Tenevano tutti sotto controllo», commenta al telefono l’ex dg della Juventus, che avanzerà una richiesta di danni all’Inter, esattamente come hanno fatto Vieri (che ha ottenuto un milione) e De Santis che discuterà il prossimo 24 ottobre. E il «controllo» che irrita Moggi, era piuttosto fitto. Cipriani ha infatti spiegato in aula che Tavaroli e i suoi committenti «pretendevano aggiornamenti settimanali, durante i quali venivano incrociati i dati in mio possesso con i dati telefonici che penso venissero direttamente da Telecom». I dossier, quindi, venivano costruiti con le indagini svolte da Cipriani che, per tutto quello che riguardava i traffici telefonici, sfruttava la compagnia telefonica di Tronchetti Provera.

     
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